L’affair Toblerone, la corruzione e i mazariner

Ooooh, cari i miei petalosi amici, ora si parla di qualcosa di ganzo.

Non perché io non abbia precedentemente parlato di cose ganze, ANZI, io sono molto ganza. Ma qui finalmente vi do in pasto qualcosa che voi viKi wannabe di sicuro raccontate in giro non sapendo, o sapendo male, o farcendo di sottoaneddoti.

Ma io che vi voglio bene mi documento e vi ridico tutto.

Ecco, che poi potreste farlo anche voi se non aveste un cazzo da fare come me: andate su Wikipedia, andate su Google, andate sui giornali svedesi (e se non li capite passate per Google Translate) e tutte le manfrine che vi rifilo io ce le avete sotto gli occhi.

Ma io vi semplifico il lavoro, e, tornando al punto di partenza, sono GANZA, quindi ecco perché siete qui a farvi un’inutile cultura.

Dunque, sulla Svezia girano storielline di questo calibro:

  • il ministro Sven Svensson è stato impiccato in piazza per aver appiccicato la gomma sotto un banco in parlamento
  • il re Carlo Gustavo è stato detronizzato per non aver vidimato il biglietto sul tram
  • la deputata Ida Biondonsson è stata legata a una slitta e trascinata da 6 siberian husky per aver pagato in nero il piastrellista

gognaBene, tante di queste storie sono fandonie (queste tre lo sono evidentemente, narrate tramite la figura retorica dell’iperbole), ma in effetti in Svezia non funziona come in Italia: non importa tirare fuori Berlusconi, che tanto con lui è come sparare sulla Croce Rossa, ma per esempio un tipetto come Scajola non esisterebbe.

Perché in Svezia c’è qualcosa che in Italia manca totalmente: la sanzione sociale.

Non che gli stronzi in Svezia non esistano, per carità, quelli purtroppo non hanno nazionalità; ma qui tendenzialmente, e perlomeno a livello politico (perché ad esempio nella sanità se ne sente dire tante) se vieni sgamato con le mani nella marmellata (a parte il singolo ma non meno importante caso del re, perché è bene ricordare che nel 2015 esistono ancora le monarchie), basta.

In Italia tutti, e dico TUTTI, hanno una schiera di giustificatori: evadi le tasse? Non paghi il biglietto della metro? Vai a puttane con i soldi pubblici? Ti ubriachi come una merda e ammazzi qualcuno con la macchina? Costruisci una villa alle falde di un vulcano attivo? Stai pur sicuro che hai il codazzo di gente che ti giustifica, che ti capisce, che chiude un occhio, che “al suo posto lo avrei fatto anche io, poraccio lui che è stato sgamato”. Anche qui, se sei ben inserito, ovviamente, perché se sei negro / zingaro / rumeno / tunisino / comunista poveratté.

Poi l’Italia è il regno del ‘cebenaltrismo‘: rubi migliaia di euro? Eh capirai, c’è chi ruba i milioni! E questo funziona soprattutto sulle grandi opere: la TAV? Ma i treni normali fanno schifo, pensiamo prima ai pendolari. Il ponte sullo stretto? Ma la gente in Sicilia non ha l’acqua potabile, pensiamo prima a quello.

Ora, badate bene, io qui non sto prendendo posizioni né proTAV né proponte, che vi conosco, poi mi scassate le balle. Se pensiamo alle persone prese e levate dal cazzo nel caso della TAV, o a motivi geologico-ambientali per il ponte, io vi sono nel cuore; ma non voler fare cose perché “c’è ben altro”, a me personalmente mi sembra una filosofia della minchia.

Ecco, mi avete fatto alzare la pressione e ho perso il filo del discorso.

La sanzione sociale, dicevamo.sanzionesociale

Ecco, di quella in Svezia ce n’è a bizzeffe. Sei vicino alla fermata e l’autobus è appena arrivato, corri per non perderlo, facendo sì che l’autista ritardi la corsa di 4 secondi netti: NEIN! Tu fare perdere 4 sekunden importantissimen. Tu aspettaren autobus successiven.
Ce la fai miracolosamente, sali sull’autobus e provi a sgamare passando a pipi ritto davanti all’autista senza mostrargli il biglietto: NEIN! L’autista ti richiama e tutta la genten guardaren chi rompere kazzen e fare perdere tempen.
Provi a far stare sul suddetto autobus un passeggino in più, nonostante ne siano previsti soltanto due a veicolo: NEIN! Tu prenderen autobus dopen, perché anche qui tu rompere kazzen.

Ecco, la Svezia non è sicuramente il regno dell’elasticità mentale.

No. Non lo è decisamente.

E ciò da un lato ti fa venire la voglia di prendere i viKi a badilate, ma dall’altro ha vari lati positivi, almeno per quanto riguarda il controllo sulle persone pagate per amministrare la cosa pubblica. Lì se hai culo sgami pesantemente, ma se ti beccano a fare il furbino, anche il microfurbino, hai chiuso. Fai barakken e burattinen e torni a casa tua.

tobleroneE cosa c’entra il Toblerone?

Ora parte la storia di papà Castoro.

Il Tobleroneaffären, ovvero l’affair Toblerone, è uno scandalo politico scoppiato nel 1995 che ha avuto come protagonista la socialdemocratica Mona Sahlin.

In parole povere, nell’ottobre del ’95 è stato reso pubblico che, durante il suo incarico di Ministro del Lavoro, ovvero nel periodo 1990-1991, Sahlin avrebbe ritirato del contante, affittato una macchina a noleggio, regalato una bicicletta alla figlia, e comprato due Tobleroni con la carta di credito che le era stata data per spese lavorative.

In più sono venute fuori 98 multe non pagate, insieme al canone della televisione, e pagamenti regolari in nero alla babysitter.

Ecco, lei si è difesa dicendo che intendeva poi restituirli, che le politiche sui soldi governativi non erano ben chiare, e che comunque non aveva fatto poi niente di grave che altri ministri non avevano fatto.

Che mona la Mona! (Questo è il mio battutone del giorno)

Ad ogni buon conto, questa si è spesa circa 5.500 € dei soldi dei viKicontribuenti per farsi i cazzi suoi, tra cui mangiarsi il Toblerone che dà il nome allo scandalo (poi però a onor del vero dopo le indagini li ha restituiti con gli interessi).

Parentesi polemica: sì, 5.500 € non sono certo cifre italiche, ci si abitua a tutto in questo mondo… ma notate il gusto dell’understatement svedese per indicare le loro cose? Fa figo dire che sono talmente onesti che frustano un ministro per un Toblerone, però c’erano anche macchine, regali, multe e stipendi nello scandalo, non solo un cioccolatino di merda.

Mona Sahlin

Mona Sahlin

Ad ogni buon conto, dalla vicenda è stato tratto un libro e una serie televisiva.

No ma la parte bella arriva ora: il giorno dopo che il caso è scoppiato sono usciti due milioni di sondaggi e interviste secondo cui il 66% degli svedesi volevano Sahlin föra da i ball perché secondo loro era inappropriata e non all’altezza del suo incarico.
Due giorni dopo questo sondaggio lei SI È DIMESSA.
Un giorno dopo le dimissioni sono partite le indagini per frode, peculato e abuso di potere.
Meno di un mese dopo ha dichiarato che non era più il leader del partito socialdemocratico.

Poi è arrivata un’astronave, tripudio di raggi laser e omini strani che festeggiano.

No gente, questa non è fantascienza, questa è la Svezia.

La cosa ancora più divertente è che non fu trovata colpevole a causa di un vizio di forma: le regole sulle carte di credito governative erano effettivamente non chiare e non poteva essere fatta un’accusa formale sulle spese di Sahlin.

Capite la specularità con l’Italia?

Qui l’illecito neanche c’era! Ma la gente ti manda a fanculo, e te che lo sai te ne vai, piano piano.

Da noi la gente ruba altro che 5.000 €, ma magari rubassero tutti 5.000 € e se li spendessero in Tobleroni! Da noi la gente ruba i miliardi, subiscono i processi, vengono accusati, gli importa una bella sega perché tanto in galera ci vai giustappunto, come dicevamo poc’anzi, se sei negro, e la gente TI RIVOTA. C’è davvero gente, sentita con queste cazzo di orecchie, che dice “povero Craxi”!

Ecco, le leggi sono espressione dei popoli, i popoli sono i risultati delle leggi. A volte invece tra legge e popolo c’è una discrepanza totale.

E badate bene, io non sono del parere che “mandiamoli tutti a fanculo”, “i politici sono tutti ladri”, “il pesce puzza dalla testa”. Queste cose le lascio ai grillini. Io sono del parere che secoli e secoli di sfiducia istituzionale, iniziata con Garibaldi e la Sicilia, a dimostrazione che l’Italia era già fottuta prima ancora di nascere, ci hanno davvero messo nella merda. E a me stare in Svezia nel complesso piace, per tante ragioni, però mi monta su un nervoso quando penso che l’Italia sarebbe un cazzo di Belpaese per davvero, e anche la cultura italiana avrebbe tanti lati positivi di forza uguale e contraria a quella svedese, se non ci piacesse sguazzare nel letame.

mafiaPerché sì, ci piace proprio tanto.
Perché se le merdate le fa qualcuno che ti sta accanto o che hai votato non sono più merdate.

E secondo me giustificare un amico che è un testa di cazzo, ma sai, è amico, si chiama mafia, non si chiama amicizia. Poi chiaro, ognuno fa le sue puttanate, ti si perdona se ti sei trovato in un momento buio. Ma se fai le furbate e vai a giro bello felice e tranquillo sentendoti stocazzo allora no. Allora non sei mio amico. Allora prenditi il Toblerone dell’affair Toblerone e mettitelo dove ben sai, a nome di tutta la collettività. A nome di una che è andata a rifinire in un paese dove mangiano gli spaghetti col ketchup e tassano il vino, pur di non vedere la corruzione e lo scempio che hanno trasformato l’Italia in una barzelletta.

E ora che sono bella incazzata ma orgogliosa del mio sproloquio, passo alla ricetta di quest’oggi, che è a base di mandorla, come la mandorla che è nel Toblerone.

Sono dolcetti chiamati mazariner (mazarin al singolare), il loro nome deriva dal cardinale Giulio Mazzarino e non ho capito proprio perché. Anzi, se lo sapete fatemi sapere!

INGREDIENTI PER CIRCA 20 MAZARINER

Per l’impasto:

  • 255 gr. di farina 00
  • 75 gr. di zucchero
  • 1 cucchiaino raso di lievito
  • 175 g. di burro
  • 1 tuorlo

(Vi serviranno circa 20 formine tonde di carta per muffin, o di alluminio)

Per il ripieno:

  • 150 g. di mandelmassa
  • 100 g. di burro
  • 50 gr. di zucchero a velo
  • 2 uova
  • 30 gr. di fecola di patate
  • la scorza di un limone
  • 1 cucchiaio di succo di limone

Per la glassa:

  • 70 gr. di zucchero a velo
  • 3 cucchiaini d’acqua
  • 1 cucchiaino di succo di limone

PREPARAZIONE

Preparare l’impasto lavorando gli ingredienti per non troppo tempo. Formare una palla, avvolgerla di pellicola e mettere in frigo per una mezz’ora.

Infarinare un piano, stendere l’impasto con un mattarello e formare 20 palline. Mettere le palline in ogni formina e schiacciare fino ad avere una base spessa circa mezzo centimetro, con bordi piuttosto altini.

Preparare il ripieno mescolando la mandelmassa, lo zucchero a velo e il burro abbastanza grossolanamente. Aggiungere le uova, la fecola di patate, la scorza di limone e il succo di limone.

Mettere il ripieno nelle formine su cui avrete messo l’impasto.

Cuocere per 35 minuti a 175°C nel ripiano più basso del forno, che avrete precedentemente riscaldato.

Appena saranno cotti fare raffreddare e preparare la glassa.

Mettere un cucchiaio circa di glassa su ogni mazarin. Attenzione: mettere la glassa solo quando si saranno raffreddati bene!

Mazariner pronti! Foto di Gianluca La Bruna

Mazariner pronti! Foto di Gianluca La Bruna

Buon appetito!

I.

Una risposta

  1. Eddai Nonsolo, in Svezia siete 10 milioni, qui siamo 60. Da voi al venerdì si fa la fila al Systembolaget per due bottiglie da 75cl, noi ci si fionda contromano in tangenziale con tre damigiane in corpo e strafatti. Da voi si apre un’attività in tre giorni con due carte bollate, da noi ci vuole un anno, un metro cubo di documenti, e tre notai. A voi piace “lagom”, a noi “sborone”.
    E allora ci sta che vi scandalizziate per 5.000 euro e un Toblerone, mentre a noi non ci smuove un Expo, un MOSE, una Roma Capitale, e una ricostruzione de L’Aquila con case di sbrisolona. Altro che Toblerone: dovremmo fondere tutta la Perugina, la Ferrero e la Novi in una immensa barrettona (al limite da usare come ponte di Messina) per rispettare le dovute proporzioni.

    Ammettilo, non c’è partita. Traducimi in wikilingua il maledetto “petaloso”, e poi eventualmente ne riparliamo…

    • Hai ragione oh, e che ti devo dire?
      Non mi apostrofare con il “da voi” però, per piacere, che mi sento venduta davvero, facciamo i fricchettonissimi e facciamo che ovunque è “da noi”.
      Che palle niarb, ma secondo te è una roba genetica? Non riesco davvero a capire.
      Se azzardo un “blombladlig” me lo spieghi?

      • Blombladlig è un eccellente proposta, suggeriscilo alla Kli Akademi e vedrai che te lo passano. Comunque non ti risentire per il “da voi”: io che per il momento risiedo in Renzia, non è che al venerdì vado davvero in tangenziale contromano. Non sempre, almeno.

        Che cosa dovrebbe essere genetico? Non trovarla mai pari, geograficamente parlando? Perché nel caso la risposta è “sì”. C’è mezza umanità che ne soffre, e mezza che se ne fotte. Io, per esempio, ne soffre. 😉

      • No no, era una riflessione amara, non mi sono risentita assolutamente. Lo sai, non esiste luogo dell’orbe terracqueo che sopisca il mio spirito polemico, quindi ti capisco. Ööööö se ti capisco.

  2. norvegese mangiasalmone ci hai scassato il toblerone

    (striscione del commando ultras curva lagom stoccolma)

    sillsalaten para siempre!!!

  3. Acc, che nostalgia i post di Nonsolopolpette. Zio se mi mancano! Nonsolooooo! Dài, fatti sentire, che qui continuiamo a cibarci di TAV e benaltrismo come tre anni fa, e dei wikibiondi non ne sappiamo più un tappo.
    Torna a illuminarci, a nutrirci di cibo e invettive, e liberaci dal male. Amen.
    E anche: buon compleanno!

  4. Vero..che nostaglia…ogni tanto ritorno speranzoso sul sito, ma purtroppo non vedo aggiornamenti..innanzi tutto come stai? spero (e speriamo) tutto bene….chissà che novità dopo questo biennio e chissà quante storie ancora hai in serbo per noi, le nostre orecchie e il nostro stomaco pende dai tuoi post 🙂 Un caro saluto, spero a presto…

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