Oggi ho deciso di parlare di guerra.
Così, perché agli svedesi gli garba parecchio dire che sono pacifici, che in guerra non c’entrano mai, che sono il popolo più pacioccoso del mondo, salvo poi essere i primi produttori di mine antiuomo, vendere armi a destra e a manca, essere pionieri dell’aeronautica militare nella produzione di caccia multiruolo a decollo verticale di ultima generazione (tipo il simpatico Saab Jag-39 Gripen), finanziare megaindustrie missilistiche in Arabia Saudita e Pakistan (della serie, boia, e poi vuoi processare Assange perché non sei d’accordo su come tratta le donne!), avere l’industria bellica come il primo datore di lavoro privato del paese, essere il terzo paese al mondo per valore pro-capite nell’export di armi dopo Israele e Russia, aver mandato i suoi soldatini in Bosnia e Kosovo, essere stata tra i paesi più entusiasti per la guerra nella campagna in Libia e avere un contingente in Afghanistan.
E ve l’ho già detto ma lo ridico: una testina di minchia svedese che ho avuto la disgrazia di conoscere, quando feci notare che la Svezia era in guerra, mi disse: “Guarda che noi siamo in Afghanistan in missione di pace“. Capito?
Un paese che ufficialmente non fa parte della NATO, ma che ha con la NATO una particolare partnership, per cui partecipa alle sue campagne militari pur senza farne parte.
Il final boss del paraculismo.
Quindi NO. Ho deciso che si parla di guerra, cazzo. Anche se la guerra di cui sto per parlarvi è finita già da un po’ di tempo.
Oggi infatti vi puppate un post storico e magari vi fate anche una cultura sulla storia moderna. Capre!
Si parla della guerra di Finlandia, ovvero quel conflitto che vide la perdente Svezia firmare il Trattato di Fredrikshamn perdendo così ogni diritto sulla Finlandia.
Con buona pace dei finlandesi, penserete voi. Beh, non proprio perché la Finlandia passò sotto il controllo russo, e anche i Russi non sono esattamente dei pezzi di pane, chiedete ai Ceceni.
Ad ogni modo gli eserciti dell’Impero Russo di Alessandro I e del Regno di Svezia di Gustavo IV prima e Carlo XIII poi si fronteggiarono per più di un anno, dal febbraio del 1808 al settembre del 1809.
L’antefatto, come quasi ogni antefatto nella storia europea dell’800, riguarda Napoleone: il nanetto infatti aveva riconosciuto alla Russia ogni sua pretesa egemonica sulla viKinghia, dal momento che questa era alleata con i British, fumo negli occhi per la Francia imperiale.
In questo modo Napoleone sperava che di fronte a un avversario come la Russia (sì ecco, non Guasticce) gli svedesi avrebbero abbassato il crestino, sciolto l’alleanza con il Regno Unito e aderito al Blocco Continentale.
Dal canto suo, lo zar puntava alla Finlandia, che ha sempre fatto gola a tutti per la sua posizione superstrategica, i laghi, il death metal, il Nokia 3210, Haikkonen & Räikkönen e Babbo Natale, e ci spostò tutti i suoi carrarmatini del Risiko.
Gli Svedesi, per esprimersi in regali termini, si trovarono allora col culo scoperto, perché il grosso del loro esercito doveva tamponare un possibile attacco al Sud del paese da parte dei Danesi, che erano invece alleati di Napoleone, e che in effetti attaccheranno dopo poco senza però raggiungere nessun cambiamento territoriale, e quindi nessun risultato se non la morte di non so quanta gente (e di cavalli. Nessuno si chiede quanti cavalli in media morivano nelle guerre del passato, chissà).
Insomma, i Russi conquistano la Finlandia meridionale in poco tempo incontrando molta poca resistenza (o provaci te a resistere all’esercito russo? Un po’ come il Tibet che fa il pacifico con la Cina… grazie al piffero, sarei anche io pacifica contro la Cina, capirai).
Ma gli svedesi contrattaccano e riescono comunque a bloccare l’avanzata russa nella Finlandia centrale, vincendo dignitosamente anche qualche battaglia (ecco, non come la resistenza francese della Seconda Guerra Mondiale che è consistita in un mettersi tutti a pecorina e sperare che finisse presto, e poi si vantano anche di averla vinta la guerra, così son boni tutti).
Siamo al punto che i viKi se la stavano anche cavando bene, e poi ecco, non dimentichiamoci che erano alleati con l’Impero Britannico, voglio dire, non l’ultimo degli stronzi, dato che ha colonizzato più o meno tutto l’orbe terracqueo. Era però un’alleanza del menga, perché gli Inglesi ci provarono anche a inviare un contingente nel porto di Göteborg, ma visto che il generale John Moore e il re Gustavo IV si becchettavano come galline, il contingente venne levato di torno e inviato in Spagna, e agli svedesi rimase una misera flottina di sostegno. Questo vi sia di insegnamento: se avete l’Impero Russo che vi vuole menare, magari evitate di sclerare col generale inglese vostro alleato, se no poi è peggio per voi.
I Russi infatti si inalberano e prendono gli svedesi a schiaffi coi piedi (nonostante una sonora sconfitta nella battaglia di Jutas il 13 settembre) e li obbligano a sgomberare dalla Finlandia.
Dopo queste vittorie però, non si capisce bene perché (dice perché l’inverno era arrivato molto presto in Finlandia quell’anno e il generale non voleva rischiare, ma io sinceramente dubito che un russo a caso si faccia intimidire da condizioni climatiche avverse), il generale russo dal temibile nome di Fyodor Fyodorovich Booksgevden si caga sotto. Esatto. Nonostante si chiamasse Fyodor Fyodorovich Booksgevden. Quest’uomo chiede una tregua.
Lo zar cosa fa allora secondo voi? Si incazza, ovviamente, lo manda a chiamare, gli dice “Nini, non puoi cagarti sotto come la nazionale di Prandelli”, lo caccia e lo sostituisce con Bogdan von Knorring, Knorring come il dado Knorring, a cui rompe le balle affinché la faccia finita una volta per tutte e sbaragli il viKiesercito. Ma anche lui è prudente, se la prende con c-c-comodooo come i Lil Angel$ e aspetta la primavera dell’anno successivo.
Che poi è una primavera solo sulla carta, quella del marzo sul golfo di Botnia, perché dopo l’ordine del generale Knorring le truppe russe marciano sul golfo ghiacciato per andare a divaricare i viKiani, quindi ecco, se in primavera marci su un mare ghiacciato, mi chiedo cosa tu faccia d’inverno.
Mentre i russi son lì che camminano sul mare come Gesoo, a Stoccolma avviene un golpe, perché l’esercito dà la colpa a Gustavo IV di non aver saputo gestire la faccenda con i russi e aver perso la Finlandia, e lo detronizza. Sul trono sale allora Carlo XIII.
I russi intanto si sono divisi in tre frange; una ha preso le isole Åland, una ha preso Umeå, e una si è fermata a 70 km da Stoccolma.
Ma Carlo XIII serve alla Svezia come (e qui cito un leggiadro detto livornese) “il cazzo alle vecchie”. Diciamo che ormai la guerra è persa, il buon Carlo cerca solo di ottenere migliori condizioni di pace e negozia fino alla morte.
Io ora non so dirvi se era meglio se chiamava Samuel L. Jackson per una negoziazione o se alla fine questo era comunque il meglio che sarebbe riuscito a fare, considerata la situazione, sta di fatto che con il trattato di pace di Fredrikshamn la Svezia cede alla Russia la Finlandia e parte della Lapponia (territori che poi la Russia unisce), e poi viene obbligata ad aderire al Blocco Continentale e dichiarare formalmente guerra al Regno Unito.
Insomma, usciti malissimo, poveracci.
Ma usciti ancora peggio direi i Finlandesi, che dovranno aspettare il grande Lenin, che farà un bel po’ di casino nel ’17 e avrà grane più grosse a cui pensare piuttosto che all’indipendenza finlandese.
Quindi i finnici dichiarano la loro indipendenza, provano per un po’ la monarchia ma (in questo di molto superando in argwzia i viKi) capiscono che è una cagata e dopo una guerra civile diventano nel ’19 la Repubblica di Finlandia che tutti conosciamo.
Così finisce la triste storia della guerra di Finlandia. Con l’esercito svedese che soccombe miseramente.
Il luogo che si considera essere la Waterloo dell’esercito di Svezia nella guerra di Finlandia è Kalix, cittadina svedese del Norrbotten, abitata da poco più di 7.000 anime.
A Kalix si trova una specialità marchio DOP dell’Unione Europea e sarebbe il caviale di Kalix, o Kalix Löjrom. In realtà “caviale” si dice solo rom, il löjrom è più specificamente il caviale di coregone bianco, salmonide molto comune nel Mare del Nord e nel Mar Baltico.
Quello di Kalix è però una roba a sé, perché a causa dei miliardi di fiumi intorno alla città che si riversano in quel tratto di mare (tanto che il golfo di Botnia ha acqua dolce nonostante sia un mare, ecco perché a marzo ci puoi camminare sopra), la carne e le uova di questo pesce lì hanno un altro sapore. Queste acque ricche di oligoelementi come Bromo, Bario (BReaking BAd), Stronzio, Iodio, Selenio, Molibdeno e Litio rendono infatti il Kalix Löjrom unico e ricercatissimo, tanto da essere presente nel menu di quasi tutte le cene del premio Nobel.
Per fare il piatto di oggi, che è la romsås, una salsa a base di uova di pesce, si raccomandava l’uso del caviale di Kalix. Ma siccome io non ho a cena il re di Svezia né un’armata di sapientoni su tutti i campi dello scibile umano provenienti da tutto il mondo, e sono povera in canna, ho deciso di sostituire il caviale di Kalix con delle banali uova di salmone, tanto insomma, ‘sto coregone bianco è un salmonide, quindi va bene.
Questa salsa è ottima su ogni tipo di pesce, soprattutto il salmone, ma è ottima anche per fare degli sfizioserrimi crostini. In questo caso consiglio di guarnire poi il crostino con aneto o erba cipollina, come preferite.
INGREDIENTI PER CIRCA 3 DL DI ROMSÅS (CIRCA 6 PERSONE):
- 1 dl di panna acida o gräddfil (vi consiglio di dimezzare la mia ricetta)
- 1 dl di maionese
- qualche goccia di succo di limone
- 2 cucchiai abbondanti di uova di salmone (o di coregone bianco di Kalix se ve la sentite)
- 1 pizzico di sale
- 1 pizzico di zucchero
- 1 spolverata di pepe bianco
- un pochino di aneto spezzettato finissimo
PREPARAZIONE:
Mischiare la panna alla maionese e aggiungere sale, zucchero e pepe.
Aggiungere il limone, le uova di pesce, l’aneto spezzettato e mescolare delicatamente.
Buon appetito!
I.